giovedì 12 aprile 2012

La ricetta perfetta

Metti un regime in crisi di credibilità interna, metti un governo in crisi di credibilità internazionale. Mescola bene tutto, ecco la ricetta perfetta per una guerra.
Trenta anni fa il conflitto delle isole Falkland (Malvinas, detto all'argentina).
Il 2 aprile del 1982 la giunta militare di Buenos Aires, nel pieno di una pesante crisi economica, gioca la carta del nazionalismo e ordina l'invasione dell'arcipelago. Un pugno di terra immerso nell'Oceano Atlantico, al largo delle coste meridionali dell'Argentina, ma sotto il controllo del Regno Unito.
A Londra il primo ministro Margaret Thatcher vive un momento difficile, è in bilico. Viene contestata dall'opposizione laburista ma anche dal suo stesso partito, dai conservatori. All'estero il prestigio della Gran Bretagna non è più quello di un tempo.

Anche lei decide di giocare la carta del patriottismo con una risposta tanto fulminea quanto devastante. La task force della Royal Navy non impiega molto a percorrere dodicimila miglia di mare e riconquistare l'arcipelago.
La guerra finisce il 14 giugno con la presa della capitale, Port Stanley.
Per i militari argentini è il colpo di grazia, per la Lady di ferro nuova linfa vitale, a casa ma soprattutto agli occhi del mondo.
Il bollettino dei 73 giorni di guerra racconta di 649 militari argentini e 255 britannici morti. Migliaia i feriti.
Ma dietro i freddi numeri c'è uno schema preciso, da manuale. Crisi interna, crisi di credibilità internazionale. Crisi economica, contestazioni sociali. Minacce, proclami, propaganda. Richiamo al nazionalismo e al patriottismo. Prova di forza. Bombe e morte.
Ora applicate questa ricetta alla maggior parte dei conflitti combattuti dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Funziona.
Almeno sulla carta.


* Ancora oggi l'Argentina reclama la sovranità sulle isole Malvinas (Falkalnd, detto all'inglese).

Nessun commento:

Posta un commento