giovedì 29 settembre 2011

Venti anni dopo

Qualche settimana fa, il giorno del mio compleanno, ero al ristorante. Sopra il tavolo, attaccate al muro, una serie di cornici vuote. "Carine ma cosa rappresentano? Forse il vuoto, la staticità. O magari dietro non c'è un messaggio, è solo una questione estetica.", ho pensato e subito ho archiviato.
In testa avevo un mix di ragionamenti. Pensavo ai miei 38 anni, ai capelli bianchi, alla nostalgia del passato che in fondo in fondo c'è sempre. Poi pensavo a quando ne avevo 18. Che tempi erano quelli? Che mondo era, che Italia era? Era il 1991. C'era la guerra in Iraq; l'URSS crollava e il Partito Comunista Italiano moriva pugnalato alle spalle da Achille Occhetto; Diego Armando Maradona veniva trovato positivo alla cocaina; con l'incidente al traghetto Moby Prince si apriva uno dei tanti misteri italiani senza colpevole. Io studiavo, vivevo in provincia e cercavo un modo per andarmene. Pensavo che quello fosse un momento terribile, mi faceva tutto schifo ma ero fiducioso che le cose sarebbero cambiate, in meglio.
Sono passati 20 anni. Siamo nel 2011. C'è la guerra in Iraq; la Sinistra italiana muore soffocata senza pietà da politici con poche idee e confuse; i calciatori (e non solo) continuano a sniffare cocaina; il mistero dell'anno è senza sangue ma sta facendo una strage, vittime i risparmiatori che cadono sotto i colpi degli speculatori. Insomma, ancora un giallo senza colpevole.
Non so perché ma continuano a rimbalzarmi in mente quelle cornici. Forse proprio una cornice vuota è quello che meglio ci rappresenta, oggi come allora.

1 commento:

  1. ...amara questa tua ma realista e profonda. Nulla è cambiato da 2011 anni ad oggi. Anche allora il popolo scelse Barabba... anche allora la gente preferiva il male... :-(. MRos

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