“Tra una ciliegia bacata e una senza verme, tu quale scegli?“. Quando mio nonno me lo ha chiesto ero piccolo, avevo quattro anni. Ho risposto d’istinto, senza pensare, nella maniera meno scontata. Ho risposto quella bacata. Amavo provocare, proprio come lui. Ma quella domanda, quella frase, l’ho capita solo dopo e me la porto ancora dentro. Non era solo una questione alimentare. La ciliegia dove vive un verme è quella che cresce senza diserbanti. La ciliegia rossa, luccicante, senza imperfezioni è quella costruita dalla chimica.
L’apparenza a volte è figlia del pregiudizio. Era questo l’insegnamento di un signore con la barba lunga e bianca, la passione per gli scacchi, l’arte, la cultura e l’agricoltura biologica. Dietro quella domanda si nascondevano due modi diversi di vedere il mondo. In fondo al posto della ciliegia si può mettere qualsiasi cosa. Persone, idee, ideali. Mio nonno oggi non c’è più, ma io continuo a pensarla così. Tra una ciliegia con il baco e una senza, scelgo quella con il baco. E’ più vera.
Io le compro al supermercato!Quelle marce le scarto.
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