Chissà com’era l’Albergo Milano nei suoi giorni migliori. La facciata regolare color pastello che guarda sulla stazione di Ventimiglia. L’insegna orfana della R e della O. Un balcone centrale, otto finestre, quattro porte. Posizione strategica quando ancora esisteva una frontiera. Chissà quante vite, quante storie ha da raccontare l’Albergo Milano. Magari quella di un commesso viaggiatore, di una puttana o di un mafioso al confino. Oggi l’Albergo Milano ha le pareti scrostate, le persiane invecchiate male e se sbirci dalla porta a vetri vedi solo polvere e ragnatele. Belìn l’Albergo Milano…
mercoledì 20 aprile 2011
sabato 16 aprile 2011
Tramonto (elettro)magnetico
Pensate ad un bel tramonto. Immaginate una boscaglia folta, un cielo carico di nuvole, aria di pioggia all’orizzonte. Insomma, un panorama da cartolina. In mezzo c’e’ un albero. Tronco lungo e regolare, rami tutti della stessa lunghezza. Impossibile non notarlo, spicca su tutto.
Peccato non sia un albero ma un’antenna. Telefonia mobile. Un ripetitore che fa funzionare i cellulari. A guardarlo bene si intravedono una specie di casse rettangolari che si arrampicano sui rami finti. Finti come il tronco. Finti come questo panorama da cartolina.
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venerdì 15 aprile 2011
Anno 2161
La strada vuota e bagnata. Fa freddo e la nebbiolina si appiccica sull’asfalto. Tanti pensieri, alla radio i Gorillaz. Li vedo disegnati e colorati, come l’insegna della Rai. Verde, bianco e rosso per i 150 anni di questa Italia che va e non va. Chissà come sarà tra un altro secolo e mezzo? Anno 2161, complicato farsi un’idea ma sono in macchina, sto tornando a casa dal lavoro e sono le due del mattino. Comincio ad immaginarlo.
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mercoledì 13 aprile 2011
PEZZI DI PASSATO Parte seconda
Vita da barbone. Un cartone, un sacco a pelo e un piatto caldo alla Caritas. E' tutto quello che serve. Il popolo dei senzatetto ha poche pretese. Ogni clochard ha una storia diversa, ogni storia e' un romanzo.
Santa Barbara. Santa Barbara e' la protrettrice dei minatori. A lei pensano quando scendono al centro della terra. A lei si raccomandano quando la montagna trema e fa paura. Che sia in Cile o nel Sulcis non fa differenza.
Le vite degli altri. Al Tribunale Civile di Roma non ci sono segreti. Si entra e si esce senza controlli, si puo' portare via quello che si vuole. Il giorno dopo la nostra visita tutti gli archivi sono stati messi in sicurezza.
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martedì 12 aprile 2011
Ciop the Climber
Londra. Hyde Park è anche questo. C'è chi corre per smaltire tanti hamburger e troppe birre. Chi sevizia la pelle pallida al primo timido sole. C'è chi pedala, chi legge un libro, chi parla con le anatre e i piccioni. E poi c'è chi ti scambia per un albero e ti si arrampica addosso. Gli scoiattoli non hanno paura. Io si.
lunedì 11 aprile 2011
Le luci della libertà
Li riconosci perché sono spaventati. Hanno le scarpe bagnate dalla traversata sugli scogli e lo sguardo fisso verso le luci. Le luci di Mentone, la libertà. Ogni macchina che passa ferma il cuore. Chissà cosa si prova, cosa si pensa, quando per arrivarci hai lasciato chi ti vuole bene, hai visto annegare il tuo compagno di viaggio, sei stato rinchiuso in un centro di accoglienza. Tutto quello che hanno è un telefonino e una busta di plastica con quattro stracci. Attraversare quel che resta della frontiera è un attimo. E' buio e anche il silenzio fa paura. Good Bye Tunisia.
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mercoledì 6 aprile 2011
Cinque minuti
Cinque minuti, solo minuti per portare via quello che resta di una vita. Tutta la casa da mettere in una sola valigia. I documenti, le fotografie, i vestiti. E poi il computer, i libri, i cd. Cosa scegli quando il tetto sopra la testa sta crollando e hai solo 350 secondi di tempo? Il 6 aprile di due anni fa il terremoto dell'Aquila. 308 morti, 1600 feriti, decine di migliaia di sfollati. I pompieri li accompagnano uno ad uno a recuperare quello che è rimasto nelle loro case.
lunedì 4 aprile 2011
Nulla da perdere
Fouad ci mostra la carta d'identità, il permesso di soggiorno, la patente. Ci dice di che è stato bloccato mentre attraversava il confine tra Ventimiglia e Mentone. Tarek racconta che i poliziotti francesi l'hanno fermato a Nizza e "accompagnato" in Italia. Chiediamo di ascoltare la versione della Gendarmerie. Impossibile. Le tute blu si danno il cambio turno davanti alla dogana, i tunisini restano fuori.
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Dalla parte sbagliata
Camminano su sentieri larghi poche decine di centimetri. Sentieri di montagna, un tempo battuti dai contrabbandieri e dai clandestini. Camminano di giorno e di notte, si arrampicano. Chi non ce la fa più si ferma a dormire nei vecchi ruderi abbandonati lungo il passo della morte, la vetta di passaggio tra Italia e Francia. I tunisini sono dalla parte sbagliata del confine ma nemmeno la paura di cadere da un costone di seicento metri li ferma. Camminano.
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